Per ripetere la frase chiave: “Il mio interesse in queste verità piuttosto brutali non è nato solo con l’obiettivo di risolvere i mali fisici degli individui. Si è trattato piuttosto di una continuazione della mia ricerca iniziale che riguarda la liberazione dell’uomo in quanto spirito, occupandomi durante il cammino di qualsiasi ostacolo dovesse essere risolto”.

È un concetto dichiaratamente audace, e può non apparire di rilevanza immediata a un mondo dove ci sono dodicenni che scambiano il Ritalin ricevuto a scuola con il Prozac sgraffignato dall’armadietto delle medicine della madre, e quattordicenni che vendono se stessi nei parcheggi in cambio brown o di coca colombiana. Tuttavia, rimane il fatto che, che si creda o meno, tutto ciò che abbiamo esaminato sino ad ora tutto questo è il risultato di un’equazione spirituale o ne indica l’esistenza. Mentre, al contrario, tutto il consumo di droga è il risultato di un’equazione materialistica dove ogni cosa che pensiamo e sentiamo è vista solo come una conseguenza di ricombinazioni chimiche. Da ciò, l’implicita argomentazione farmaceutica: se le nostre vite sono imperfette, vediamo di interferirvi con la chimica. È incidentale il fatto che la comunità medica e scientifica, generalmente materialistica, abbia adottato con molto entusiasmo i metodi di L. Ron Hubbard per ciò che quei metodi offrono in fatto di risultati puramente fisici.
(il testo è tratto dalla rivista Risanare una Civiltà Intossicata dedicata alle scoperte di L Ron Hubbard sul soggetto)